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Storia dell'insegnamento a Firenze

Il primo insegnamento di Egittologia a Firenze si ebbe nell’anno accademico 1882-83, quando finalmente si rinnovò in Toscana l’interesse per questa ‘giovane’ disciplina che aveva visto proprio in questa regione la prima cattedra in assoluto in Italia e in Europa e nel mondo: come è noto, è all’Università di Pisa che si deve questo primato, con la cattedra assegnata a Ippolito Rosellini, allievo di Jean-François Champollion - il decifratore della scrittura geroglifica, nel 1822 - , che la tenne dal 1826 fino alla sua morte, nel 1843.

Il Regio Istituto di Studi Superiori di Firenze fu certamente il centro di studi orientalistici più importante d’Italia, fin dalla sua inaugurazione, nel 1860. Addirittura, già in quell’anno vi furono tenute alcune lezioni sulla storia e sull’arte dell’Egitto antico all’interno del corso di Archeologia di Arcangelo Michele Migliarini, che tanti anni aveva dedicato alla organizzazione del nostro Museo Archeologico e che fu l’assistente dello stesso Champollion, quando venne in visita a Firenze nel 1825.

Il primo vero insegnamento di Egittologia, anzi precisamente di ‘Antichità egiziane’, fu tenuto ininterrottamente fino al 1900 da Ernesto Schiaparelli, il grande archeologo biellese autore di meravigliose scoperte in Egitto, come la tomba intatta dell’architetto Kha (circa 1400 a.C.), e la tomba della regina Nefertari, sposa di Ramesse II (circa 1230 a.C.). A lui si deve l’organizzazione del Museo Egizio fiorentino, in quegli stessi anni, ma continuò a tenere i suoi corsi all’Istituto anche quando, nel 1894, passò a dirigere il Museo Egizio di Torino.

La denominazione ‘Egittologia’ fu introdotta dal suo successore, Astorre Pellegrini, che insegnò dal 1901 al 1907. Livornese, linguista rinomato, è una figura di ricercatore che deve essere valorizzata nell’ambito egittologico: a lui sono dovute numerose pubblicazioni di categorie di oggetti delle collezioni fiorentine che tuttora sono di riferimento.

Dopo una breve interruzione, nel 1921-22 l’Egittologia fu insegnata da Giulio Farina, di Frascati, che aveva dimostrato precocemente il suo interesse per l’Egitto antico, nettamente orientato verso la lingua e la filologia. Nominato ispettore nella sezione egizia dell’Archeologico dal 1914 al 1928, fu proprio a Firenze che produsse alcune delle sue più note e fondamentali ricerche, come quella sulle funzioni del vizir durante la XVIII dinastia, condotta sul testo nella tomba di Rekhmira, o lo studio del rituale delle offerte, o sul mito di Osiri nei Testi delle Piramidi. Passato poi a insegnare a Roma, nel 1928 fu il successore di Ernesto Schiaparelli nella direzione del Museo Egizio di Torino e incaricato dell’insegnamento in quella città.

Con la fondazione dell’Università degli Studi di Firenze, nel 1924, si dovette attendere il 1942 per un nuovo inizio dell’Egittologia, ma che fu anche un inizio di presenza regolare. Ancora una volta si ebbe un docente eccezionale, nella persona di Giuseppe Botti, grande studioso dei documenti scritti in ieratico e in demotico, e per questa specialità il primo in Italia. Dal 1932 era stato comandato al Museo di Firenze, dove iniziò l’operazione complessa della catalogazione degli oggetti, e naturalmente iniziò subito la collaborazione con l’Istituto Papirologico “G. Vitelli”, quando vi arrivarono i numerosi papiri dagli scavi in Egitto. Botti fu ancora Firenze fino al 1952, quindi passò a "La Sapienza" di Roma nel 1956.

All’Università di Firenze il suo insegnamento fu proseguito dal 1958 da Sergio Bosticco, dapprima come libero docente, mentre era in servizio al Museo Archeologico, quindi come Ordinario dal 1969 e fino al 1996. Autore della pubblicazione delle stele egizie nel Museo di Firenze, mostrò poi una netta predilezione per l’impegno archeologico ‘sul campo’, sia partecipando a imprese che ormai sono nella leggenda dell’Egittologia, come la documentazione dei monumenti della Nubia che non si sarebbero potuti salvare dalle acque del lago Nasser, sia confermando la collaborazione con l’Istituto Papirologico “Vitelli” negli scavi ad Antinoupolis, e con l’Università di Roma “La Sapienza” nella necropoli di Tebe e in Sudan, al Gebel Barkal. Nel quinquennio in cui Sergio Bosticco entrò in fuori ruolo (1991-1996) la supplenza fu assunta da Guido Bastianini. Successivamente l’insegnamento fu tenuto da Gloria Rosati fino al 2020.

Ultimo aggiornamento

09.11.2023

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