MENU

Collezioni egittologiche a Firenze

In questa pagina

La città di Firenze ospita numerose collezioni e raccolte egittologiche, tra le più antiche e rilevanti a livello nazionale e internazionale. I corsi di Egittologia dell’Università di Firenze prevedono visite guidate e attività di laboratorio nei musei, che integrano le lezioni frontali con lo studio diretto dei materiali.

Museo Egizio di Firenze

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, uno dei più antichi in Italia, ospita, accanto alle celebri raccolte di antichità etrusche e classiche, anche la sezione denominata “Museo Egizio”, considerata la seconda in Italia, per estensione e rilevanza dei reperti, dopo il Museo Egizio di Torino. 

Costituito nel 1855 in un palazzo in via Faenza, il Museo, che comprendeva alcune antichità già presenti dal XVIII secolo nelle collezioni medicee, fu ampiamente incrementato per merito del Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena; egli, oltre ad acquistare alcune collezioni private, finanziò insieme al re di Francia Carlo X una spedizione scientifica in Egitto, la cd. “spedizione franco-toscana” diretta da Jean-François Champollion, il decifratore del geroglifico, e dal pisano Ippolito Rosellini, suo amico e discepolo, che sarebbe divenuto il padre dell’Egittologia italiana. 
I numerosi oggetti raccolti durante il viaggio, sia eseguendo scavi, sia acquistando da mercanti locali, furono equamente suddivisi tra Parigi e Firenze, andando a costituire il nucleo delle collezioni egizie del Museo fiorentino, e del Louvre.

Affiancato dal 1883 al nuovo Museo Archeologico nell’attuale sede, il Museo Egizio conobbe un vasto riordino e un notevolissimo incremento sotto la direzione di E. Schiaparelli (1880–1893), grazie ai suoi scavi e acquisti effettuati in Egitto prima di trasferirsi a Torino. Il Museo ha un’impostazione didattica e cronologica; tra i suoi reperti più notevoli si segnalano l’ampia collezione di stele private, una stele di Sesostri I dalla Nubia, il carro risalente alla XVIII dinastia, due rilievi dalla tomba di Sethi I, diversi esemplari del Libro dei Morti, e di ostraca con composizioni letterarie, il corredo dalla tomba intatta di Tjesraperet, nutrice della figlia del faraone Taharqa della XXV dinastia, quello tolemaico di Takerheb, e uno dei celebri ritratti del Fayyum.

Si segnalano inoltre il lotto di sarcofagi di Bab el-Gusus (un eccezionale ritrovamento di più di 250 sarcofagi della XXI dinastia, appartenenti al clero dell’Amon tebano, donati dal governo egiziano ai maggiori musei egittologici), e le donazioni da parte dell’Istituto Papirologico “G. Vitelli” dei sarcofagi di Epoca Tarda e Tolemaica da El-Hibeh (scavi 1933-1935) e dei reperti provenienti da Antinoe (scavi 1934-1939); tra questi ultimi, una collezione di stoffe di epoca copta che è fra le più ricche e importanti del mondo. 

Link alla pagina del Museo Egizio

Museo missionario etnografico francescano di Fiesole

Il convento dei frati Francescani a Fiesole ospita un piccolo ma interessante Museo formatosi agli inizi del ‘900 con le raccolte provenienti dalle missioni francescane dell’Estremo Oriente e dell’Egitto. La sua sezione egizia fu allestita da Padre Sebastiano Bastiani nel 1923, grazie alle acquisizioni della Missione francescana a Luxor, e agli amichevoli rapporti che con i frati intratteneva Ernesto Schiaparelli, allora Direttore del Museo Egizio di Torino. Le antichità spaziano dall’età preistorica a quella islamica, con una prevalenza dell’Epoca Tarda, per un totale di circa 240 oggetti, soprattutto ceramiche, amuleti, statuette-ushabti, bronzetti, elementi di corredi funerari. Molti di essi sono donazioni di Schiaparelli dai suoi scavi nell’area tebana, a Gebelein, Assuan e Asyut. Si segnalano, in particolare, una mummia e un sarcofago (non ad essa pertinente) di XXII dinastia, maschere di sarcofago lignee e in cartonnage, e una statuetta-ushabti della regina Nefertari, grande sposa reale di Ramesse II.

Link al sito del Museo missionario di Fiesole

Collezioni papirologiche egiziane dell’Istituto Papirologico “G. Vitelli”

La collezione di papiri dell’Istituto comprende migliaia di testi in greco, latino, in lingua egiziana (geroglifico, ieratico, demotico, vecchio-copto, copto) e in arabo; si segnala anche un raro esemplare in siriaco. Il materiale, in parte ancora inedito, proviene principalmente dagli scavi compiuti dall’Istituto in varie località dell’Egitto, e da acquisti effettuati sul mercato antiquario fino agli anni Settanta. I papiri greci sono pubblicati nella serie dell’Istituto “Papiri della Società Italiana (PSI)”; alcuni dei più importanti pezzi già editi sono conservati alla Biblioteca Medicea Laurenziana.

 

Le sezioni egiziane della collezione (PSI inv. I, comprendente i papiri in ieratico e geroglifico, PSI inv. D, per quelli in demotico) sono costituite, quasi in toto, dai papiri rinvenuti a Tebtynis, nel Fayyum, dalle campagne condotte dall’Istituto e dalla Missione Archeologica Italiana di C. Anti negli anni 1928-1934. La maggioranza di essi viene dal cosiddetto “deposito” della biblioteca del grande tempio del dio Sobek a Tebtynis, uno straordinario ritrovamento, avvenuto il 10 marzo 1931, di due cantine colme di materiale papiraceo, in egiziano e greco, di epoca romana, datato tra il I e la fine del II sec. d.C. Si tratta dei resti dell’unica biblioteca istituzionale di grandi dimensioni che ci sia pervenuta dall’Egitto, e fornisce dunque un dettagliato spaccato sul patrimonio testuale di un tempio di epoca greco-romana. I manoscritti, estremamente frammentari, in origine circa 400, restituiscono opere cultuali, testi relativi alla gestione del tempio e alla formazione dei sacerdoti, manuali scientifici in demotico e greco (divinazione, astronomia e astrologia, medicina), testi narrativi e sapienziali. Il “gioiello” è costituito dall’unico rotolo trovato intero, PSI inv. I 71: una copia ieratica del “Libro del Fayyum”, un’enciclopedia sacerdotale che illustra una “mappa mitologica” dell’oasi, con l’elenco dei suoi luoghi sacri e delle loro particolarità religiose, trattazioni di natura teologica e cosmogonica, e inni al dio coccodrillo Sobek, nume tutelare della regione.

Numerose collezioni in tutto il mondo possiedono papiri da Tebtynis, ma quelli dell’Istituto sono gli unici a provenire da uno scavo controllato, e non da acquisto, e con la sicura derivazione dal “deposito” della biblioteca. L’Istituto collabora stabilmente con le altre istituzioni che conservano materiale da Tebtynis, nel comune impegno per la ricostruzione dei testi, spesso del tutto inediti, e per una comprensione globale del loro contesto archeologico e storico-culturale.

Molti papiri provenienti da scavo sono ancora bisognosi di restauro, inventariazione e studio, e numerosi sono anche i documenti d’archivio che contibuiscono a precisare la storia degli scavi e delle discipline papirologiche ed egittologiche: un lavoro portato avanti da tutto il personale dell’Istituto, e costantemente foriero di novità.

Link al sito dell'Istituto Papirologico

La collezione archeologica dell’Istituto Papirologico “G. Vitelli”

La collezione riunisce i reperti pervenuti a Firenze dagli scavi condotti dall'Istituto in Egitto tra il 1964 e il 1968, concessi in partage dalle autorità egiziane. Questo materiale è stato conservato per oltre un trentennio in un magazzino del Museo Archeologico di Firenze, finché non sono stati disponibili all’Istituto spazi e risorse per la catalogazione e il restauro di tutti gli oggetti, e infine per l’allestimento di un percorso espositivo.

La mostra permanente è articolata in due sezioni. La prima è dedicata alla campagna condotta da S. Bosticco nel 1964/1965 ad Arsinoe, capoluogo del Fayyum: da qui provengono reperti dell’età tolemaica e romana (III a.C.-II d.C.), come ceramica da cucina e da mensa, unguentari, lucerne, manici d’anfora con timbri, anfore per vino e cereali, e una ricca serie di statuette fittili di divinità. La ricostruzione del settore scavato dalla missione italiana (l’ultima prima della definitiva scomparsa di Arsinoe sotto la città moderna di Medinet el-Fayyum), e la ricontestualizzazione dei reperti sono attualmente oggetto di un progetto multidisciplinare nell’ambito del PRIN “Greek and Latin Literary Papyri from Graeco-Roman and Late Antique Fayum (4th BC – 7th AD): Texts, Contexts, Readers”.

La seconda sezione ha per oggetto Antinoupolis, brevemente detta Antinoe, città del Medio Egitto fondata dall'imperatore Adriano nel 130 d.C. in onore del suo favorito Antinoo, annegato nel Nilo presso quella località. Gli scavi del 1965, 1966 e 1968 nella Necropoli nord hanno restituito un'ampia varietà di oggetti risalenti all’età bizantina e l’inizio dell’epoca araba: lucerne, ciotole, piatti e vassoi in terracotta sigillata, ceramica da cucina e da mensa (acroma e dipinta), anfore vinarie e tappi d’anfora, reperti in legno, metallo, vetro e cuoio. Connessi al culto di San Colluto, medico martirizzato ad Antinoupolis, sono le statuine fittili e le placchette bronzee a carattere votivo. Dalle sepolture della necropoli provengono teli funebri, capi di abbigliamento ed accessori, come le calzature. La città di Antinoupolis era particolarmente rinomata per la produzione e il commercio di tessuti policromi, che testimoniano un alto livello di specializzazione. La collezione contiene anche un grande lotto di stoffe copte proveniente dalla Necropoli nord, restaurati dall’Opificio delle Pietre Dure.

Gli scavi dell'Istituto ad Antinoupolis sono tuttora attivi.

Link al sito dell'Istituto Papirologico

Museo Stibbert

Anche la casa-museo del celebre collezionista anglo-fiorentino Frederick Stibbert contiene alcune antichità egizie, in parte in esposizione. Oltre al tempietto in stile egizio all’interno del parco, realizzato da Stibbert tra il 1862 e il 1864 nel pieno dell’“egittomania” europea, il Museo conserva una serie di bronzetti, amuleti e ushabti, destinati a fare da “arredo” per il tempietto, alcuni resti umani mummificati, e due sarcofagi e un coperchio di sarcofago riccamente decorati datati tra il III Periodo Intermedio e la XXVI dinastia, legati al clero del dio Montu a Tebe. Ad essi si aggiungono mobili, cofanetti e dipinti in stile neo-egizio, a completare una raccolta modello del collezionismo eclettico di fine Ottocento.

Link al sito del Museo Stibbert

Ultimo aggiornamento

10.07.2023

Cookie

I cookie di questo sito servono al suo corretto funzionamento e non raccolgono alcuna tua informazione personale. Se navighi su di esso accetti la loro presenza.  Maggiori informazioni